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Sabato 8 Dicembre tornano a farci visita al Vibra di Modena gli statunitensi GET THE PEOPLE!!

Dopo la grandiosa esibizione della scorsa primavera di spalla a Cyann & Ben questo sabato li potremo vedere con un nuovo live set rivisto ed allungato per l’occasione in maniera da poter gustare appieno la genialità di Kevin Shea e soci.

Al termine del live si potrà ballare con le selezioni musicali dei Dj’s di Radio Antenna 1 e dell’ospite Dj Enzo (polaroid blog)

Apertura ore 23.30 - ingresso soci ARCI - Vibra via IV Novembre 40

GET THE PEOPLE Bio:

Quando lo storico gruppo della Touch & Go, gli Storm and Stress si scioglie, alla fine degli anni ‘90, il chitarrista Ian Williams genera The Battles il batterista Kevin Shea crea Get The People. Nasce così un trio dalle sonorità pop core, dalle atmosfere brith, con tendenza alla decostruzione, ma salvando sempre l’approccio melodico.

Dicono di loro:

Impareggiabile Kevin Shea. Immaginatelo dal vivo, perso dietro al suo drum-kit a percuotere pelli e tamburi e, tutto a un tratto, non ricordare più con quale dei suoi mille progetti sta suonando…Questi Get The People sono appunto tra i mille, e suonano completamente diversi da ogni precedente esperienza dell’ex Storm & Stress, dato che si caratterizzano per una proposta totalmente pop. Sì, avete capito bene: pop di quello con il formato canzone ben stabilito, le melodie vocali in primo piano, le atmosfere orecchiabili e compagnia bella.

Stupiti? Beh, non c’è da biasimarvi, visto i climi spesso incandescenti ai quali ci aveva abituati. Una “normalizzazione” della proposta comprensibile sin dalla strumentazione, incentrata sul classico trittico rock: Shea alla batteria, Forester al basso e l’ex GreatLakes Ben Simon a chitarra e voce.

Un esordio, ma in pratica un gruppo di veterani che riesce a travestire il pop da avanguardia mescolando orecchiabili sonorità R.E.M., un pizzico di Karate, slackerness alla Pavement e molta, molta autoironia come nella autoreferenziale Man, Playing The Drums Is Fun!

Escono fuori piccole gioie come le melodie vocali sognanti alla Mercury Rev primo periodo (Get Back To The Shine sembra un outtake da Yerself Is Steam) oppure una melodia alla Knockin’ on Heaven’s Door cantata da un indie rocker in fissa col lo-fi (Starchild And Moonkid). O ancora profonde, torch songs suonate come i Faith No More scazzati di Easy (Junkyard Dog), sbeffeggiamenti dei Cure più solari (You Storm Them Good), malinconici ripiegamenti introspettivi (Don’t Get Chipped) in cui si canta di psycho-bitch intente a trasformare i pazzi in robot (!).

Ogni tanto riemerge l’anima sperimentale e rumorosa; nei brevi intermezzi strumentali (su tutti i frattali di batteria di Eutrophicated Mirrorplankton) oppure sotto forma di improvvisi break ritmici all’interno delle canzoni. Ma in generale si tratta di un disco di alta scuola pop, magari derivativo ma impossibile da togliere dal lettore per giorni e giorni. Siete avvisati.

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